RAMO ALTAVILLA seu HAUTEVILLE
CILENTO de HAUTEVILLE
IV DINASTIA
DINASTIA RAMO d’
ALTAVILLA – d’HAUTEVILLE
CILENTO de HAUTEVILLE
Dinastia Normanna il cui capostipite fu
TANCREDI
Signore di Hauteville Francia (X – XI sec.), piccola contea nella penisola
del Cotentin in Normandia. Sposò 1- Muriella; 2- Fresenda.
I suoi figli combattendo contro gli arabi, i bizantini ed i Signori locali
dell’Italia meridionale e della Sicilia, conquistarono ed unificarono queste
regioni facendone uno dei più potenti Stati del Mediterraneo
Soglio reale sul quale si posava il Trono dei Sovrani della Reale Casa d'Altavilla.
Sul lato sinistro nel Santuario del Duomo di Monreale, è un mosaico del XII
secolo d'ispirazione orientale con misti molti elementi arabi e bizantini,
specie nelle zone intarsiate. Notare la fascia sul coronamento triangolare,
in cui - separati da croci patenti e da stelle - i due scudi recano lo
stemma della Casa di Altavilla: la banda scaccata di rosso e d'argento in
campo azzurro.
Essi furono:
GUGLIELMO BRACCIO DI FERRO
(+1046),
1° Conte di Puglia (1042);
DROGONE(+1051),
2° Conte di Puglia (1046)
sposò nel 1046 una figlia di GUAIMANO V, Principe di Salerno, ne discese
RICCARDO MOTTOLA che sposò Altrude;
UMFREDO
(+1057),
3° Conte di Puglia (1051),
sposò una zia di GISULFO II, Principe di Salerno, ne discese ABELARDO (+dopo
il 1081);
GOFFREDO
(+prima del 1071),
Conte di Capitanata (1051 circa),
ne discese ROBERTO, Conte di Loretello;
ROBERTO IL GUISCARDO(+1085),
4° Conte di Puglia (1057-1059),1° Duca di Puglia e Calabria (1059),
Duca di Sicilia (1061),
sposò:
1-ALBERADA di BUONALBERGO, sorella di GERARDO Conte di Ariano, ripudiata nel
1059;
2- SICHELGAITA di SALERNO (+1092 circa), sorella di GISULFO II, Principe di
Salerno, ne discesero i Principi di Antiochia di cui:
1. BOEMONDO I
(1050 circa – 1111), Principe di Taranto (1098), Principe di Antiochia
(1099), sposò Costanza di Francia da cui discese:
BOEMONDO II
(1109 – 1130), Principe di Taranto (1111), Principe di Antiochia (1127),
sposò nel 1127 Alice di Gerusalemme; da cui discese
BOEMONDO III il BALBO
(1145 – 1201), Principe d’Antiochia (1163 – 1201), figlio del Principe
Raimondo I di Poitiers e della Principessa Costanza, gli discese Raimondo
che sposò Alice Rupen, nipote ed erede di Leone II d’Armenia, e gli successe
RAIMONDO RUPEN, erede dei Principati di Antiochia ed Armenia);
BOEMONDO IV l’Orbo,
Conte di Tripoli (1187 o 1189 – 1233), Principe d’Antiochia(1201 – 1233),
secondo figlio del Principe BOEMONDO III e di Orgogliosa, Signora di Harim.
Adottato da Raimondo III,
Conte di Tripoli,
gli succedette dopo la disfatta di Hattin in cui il Conte era perito (1187),
nondimeno la Contea di Tripoli fu effettivamente governata dal 1187 al 1189
dal fratello maggiore di Boemondo, Raimondo IV; morto quest’ultimo, Boemondo
usurpò (1201)il Principato d’Antiochia al nipote Raimondo Rupen che ottenne
l’aiuto del prozio materno Leone II il Grande,
Re dello Stato Armeno di Cecilia;
col Suo appoggio Raimondo si ingrandì del
Principato di Antiochia
e lo Governò dal 1216 al 1219. Le discordie tra l’Armenia minore e il
Principato di Antiochia fecero perdere ai Latini i benefici derivanti
dall’unione fra il Principato medesimo e la Contea di Tripoli. Per queste
stesse vicende Boemondo IV fu scomunicato dal Papa. Gli succedette
BOEMONDO V
(1198 circa – 1251), Principe di Antiochia e Conte di Tripoli (1233 – 1251),
secondo figlio del Principe Boemondo IV e di Piacenza de Gilet. Il suo
Principato venne soprattutto contrassegnato da discordie interne; Boemondo
dovette infatti lottare contro i suoi vassalli, particolarmente contro i
cugini de Gilet. Nel frattempo i Turchi compirono minacciosi progressi. Gli
successe
BOEMONDO VI
il Bello
(1235 circa – 1275), Principe di Antiochia (1251- 1268) e Conte di Tripoli
(1251 – 1275), figlio del Principe Boemondo V e di Luciana dei Conti di
Segni. Indolente e apatico, si ritirò nella Sua bella Città di Tripoli,
trascurando la minaccia dei Turchi, che ultimarono la conquista del
Principato di Antiochia. La perdita di questa Città (1268) non provocò da
parte Sua che una debole e vana reazione. Gli successe
BOEMONDO VII
(1255 circa- 1287), erede del Titolo di Principe di Antiochia e conte di
Tripoli (1275 – 1287), figlio del Principe Boemondo VI e di Sibilla di
Armenia. Non riuscì ad impedire la conquista pressoché totale della Contea
di Tripoli da parte dei Mamelucchi d’Egitto e non seppe opporsi che
debolmente ai tentativi di autonomia municipale di Tripoli. Sua sorella ed
erede Lucia non potè prendere possesso di Tripoli, poiché la Città fu
occupata dai Mamelucchi due anni dopo la morte del Principe: con Lui si
spense quindi la Dinastia.
Le titulature ed i diritti di pretenzione sono confluiti nella attuale
Dinastia della Casa Calabria Cilento de Hauteville, riconosciuti e
confermati da Sua Altezza Reale il Principe Don Giovanni Giuseppe Caspis von
Scwaben Hohenstaufen nella persona dell’attuale Capo di Nome e d’Armi della
Imperiale e Reale Casa di Svevia.
La Dinastia sino ai nostri giorni gode della prerogativa di Re di
Gerusalemme e Principe di Antiochia, Principe di Armenia Antica e di Conte
di Tripoli;
2. COSTANZA
(+1163),
Principessa di Antiochia
e Pretendente al Trono di Gerusalemme,
sposò 1- nel 1136, RAIMONDO di POITIERS (+1149), Principe di Antiochia
(1136), 2 –nel 1153, RINALDO di CHATILLON (+1187), Principe di Antiochia
(1153), da cui ne discesero i vari BOEMONDO sino a BOEMONDO VI, Principe di
Antiochia. La Dinastia continua con il Ramo degli Hauteville del Principato
– Cilento de Hauteville (vedi);
3. RUGGERO BORSA
(+1111), 2° Duca di Puglia e Calabria (1085), sposò ADALA di FIANDRA, da cui
discese GUGLIELMO (+1127), 3° Duca di Puglia e Calabria (1111), sposò
GAITELGRIMA;
4. ELENA,
promessa sposa di COSTANTINO DUCAS (+1085), figlio di Michele VII Parapinace
Imperatore d’Oriente;
5. MATILDE,
sposò 1- RAIMONDO BERENGARIO II (+1082), Conte di Barcellona; 2- ALMERICO,
Conte di Narbona;
6. ERIA,
sposò 1- UGO d’ESTE (+1031), Conte del Maine; 2- RINALDO Conte dei Marsi;
da Una
figlia
nacque
GOFFREDO
(+1100), Conte di Conversano, da cui i Conti di Conversano;
GUGLIELMO
(+dopo il 1117),
Conte del Principato (vedi Dinastia Cilento de Hauteville)
RUGGERO I
(1031 – 1101),
1° Conte di Sicilia (1062),
sposò 1- Giuditta di Evreux; 2- Eremburga di Mortain; 3- nel 1089, Adelaide
di Monferrato, poi Regina di Gerusalemme (+1118); discesero:
MATILDE,
sposò nel 1094 CORRADO di FRANCONIA (+1101), Figlio di Enrico IV,
Imperatore;
BUSILLA,
(+1102), sposò COLOMANNO (+1114), Re d’Ungheria;
GIUDITTA,
sposò ROBERTO di BASSEVILLE, Conte di Conversano;
MATILDE,
sposò 1- RAIMONDO di SAINTGILLES (+1105), Conte di Tolosa; 2 – ROBERTO di
BORGOGNA (+1176);
SIMONE
(+1113), 2° Conte di Sicilia (1101);
RUGGERO II
(1090
circa – 1154)
3° Conte di Sicilia (1113 – 1130), 4° Duca di Puglia e Calabria (1127 –
1130),
1° Re di Sicilia
(1130), sposò 1-Elvira di Castiglia (+1135), 2 – Sibilla di Borgogna
(+1151); 3- Beatrice di Rethel da cui nacque
COSTANZA
(1154 – 1198), sposò nel 1186 ENRICO di SVEVIA (+1197), Imperatore (ENRICO
VI
1191), Re di Sicilia (1194) da cui discese
FEDERICO II
(1194 – 1250), Imperatore (Dinastia Hohenstaufen);
Palermo, La Martorana: Ruggero II
d'Altavilla
Palermo, Tomba di Ruggero Re Normanno
incoronato Re dal Cristo
EMMA
(+prima del 1126),
sposò ODDONE MARCHISIUS, discese TANCREDI (+1112), Principe di Galilea
(Titolo spettante al Ramo Cilento de Hauteville)(1109), Principe di
Antiochia (1111), sposò Cecilia di Francia;
Duomo di Monreale , Guglielmo II il Buono, incoronato
Re Cristo assiso in Trono, mentre
due angeli in volo recano i simboli del potere.
Monreale- Re Guglielmo II offre l'archetipo del Duomo alla Vergine
SUNTO STORICO:
Da
RUGGERO I
derivò il ramo più importante della Dinastia a cui appartennero
i primi tre Re di Sicilia:
RUGGERO II, coronato Re a Palermo nel 1130;
GUGLIELMO I (+1166) e GUGLIELMO II (+1189)
.
Figlia postuma di Ruggero II fu COSTANZA
(1198), che sposando
Enrico VI di
Hohenstaufen, figlio di Federico I di Svevia (Barbarossa), portò in dote il
Regno di Sicilia alla Casa di Svevia.
Contro Enrico VI, fattosi incoronare Re di Sicilia a Palermo nel dicembre
1194, i diritti al Regno furono rivendicati da
TANCREDI
(+1194), figlio
naturale di un figlio di Ruggero II e di Emma dei Conti di Lecce, che nel
1189 era stato coronato 4° Re di Sicilia dalla Nobiltà siciliana, ne discese
GUGLIELMO III, detto il Re fanciullo, figlio di Sibilla di Acerra fatto
imprigionare e poi accecare (+1198)da Enrico VI di Hohenstaufen.
Importante la discendenza di
ROBERTO il GUISCARDO: suo figlio
BOEMONDO di
TARANTO (+1111), crociato, fu il fondatore del Principato di Antiochia;
altro suo figlio RUGGERO BORSA (+1111) e figlio di questi
GUGLIELMO (+1127)
furono Duchi di Puglia e Calabria; un nipote di ROBERTO, TANCREDI (+1112),
crociato, cantato ed ispiratore del Tasso nella Gerusalemme Liberata, partì
per Gerusalemme con lo zio BOEMONDO e il cugino RICCARDO de
HAUTEVILLE,
figlio di GUGLIELMO del PRINCIPATO, conquistando la Città Santa di
Gerusalemme, fondò il Principato di Betlemme, Reggente il Principato di
Antiochia in assenza del Principe Boemondo e suo successore.
Da questa illustre Dinastia risaliamo al ricordato
GUGLIELMO d’ALTAVILLA
(+ dopo il 1117),
Conte del Principato Signore del Cilento (1058).
Figlio di TANCREDI di NORMANDIA il capostipite, e della sua seconda moglie
FRESENDA, calato in Italia intorno al 1054 insieme agli altri fratelli è il
capostipite della discendenza dei CILENTO, seu CILENTI o dè CILENTO.
Tali notizie sono desunte nelle bibliografie:
a) AMATUS
CASSINENSIS, La storia dei Normanni, a cura di de BARTOLOMEI, 1935;
b) ALFONSO GALLO, Aversa Normanna, Napoli, ITEA 1938;
c) BIAGIO CAGNETTI, Passato e presente nel Regno di Napoli, Bruxelles,
1842;
d) GINO DORIA, Storia di una Capitale, Napoli dalle origine al 1860;
e) GENNARO MONTI, dai Normanni agli Aragonesi, TRANI, 1936;
f) MICHELANGELO SCHIPA, il Mezzogiorno d’Italia anteriormente alla Monarchia,
Bari, 1923;
g) MASSIMO MUGNES, Storia del Regno di Napoli, Napoli, 1842.
h) POMPEO
LITTA, Famiglie celebri italiane, che dice :“ E’ questa una delle
prime affermazioni degli Altavilla nel Cilento che GUGLIELMO del PRINCIPATO
si stabilì a Salermo dove in seguito ad una delle solite guerre locali ebbe
la Signoria del Paese ad est di Eboli”;
i) BOLLA
PONTIFICIA di ALESSANDRO II.
Qui Ci onoriamo di trascrivere la traduzione dal latino della BOLLA di
ALESSANDRO II con la firma autentica dell’allora Arcidiacono ILDEBRANDO, il
futuro Papa Gregorio VII. L’originale si trova nell’Archivio Arcivescovile
e, Noi siamo in possesso del documento fotostatico di grande valore storico,
blasonico ed araldico, che attribuisce definitivamente la discendenza di
Guglielmo al PRINCIPATO e che da Essi si diramarono le Famiglie de
HAUTEVILLE del CILENTO, seu CILENTI con l’abbandono dell’antico cognome
storico de HAUTEVILLE assumendo quello di CILENTO seu CILENTI per il
possesso storico di tale dominio.
Traduzione dal latino:
ALESSANDRO VESCOVO, SERVO DEI SERVI DI DIO
SIA NOTO A TUTTI I FIGLI DELLA SANTA CHIESA CHE NEL SINODO TENUTO NEL VI
ANNO DEL NOSTRO PONTIFICATO IL I°AGOSTO IN MELFI NELLA CHIESA DEL BEATISSIMO
PRINCIPE DEGLI APOSTOLI – SEDE DELL’EPISCOPATO DI QUELLA CITTA’- SOTTO LA
NOSTRA PRESIDENZA E QUELLA DI ALTRI COEPISCOPI ED ABATI, IL NOSTRO
CONFRATELLO ALFANO, ARCIVESCOVO DELLA SANTA CHIESA DI SALERNO, MOSSE
LAGNANZE PER AVER
GUGLIELMO,
FIGLIO DI TANCREDI, ED I SUOI CAVALIERI USURPATO LE EREDITA’ APPARTENENTI
ALLA CHIESA MEDESIMA. PER QUESTA RAGIONE LO CHIAMAMMO DINANZI A NOI E LO
AMMONIMMO PATERNAMENTE DI RESTITUIRE ALLA CHIESA QUANTO GLI AVEVA
VIOLENTEMENTE TOLTO. MA SICCOME EGLI PERSISTENDO NELLA SUA MALA VOLONTA’ NON
VOLLE OBBEDIRE A NOI ED A TANTO CONSESSO A GIUDIZIO DI TUTTO IL SACRO
CONCILIO LO ALLONTANAMMO INSIEME COI SUOI FAUTORI DALLE SOGLIE DELLA SANTA
CHIESA E LO COLPIMMO DI ANATEMA SINCHE’ SI RAVVEDESSE. IN SEGUITO
PER ISPIRAZIONE DI COLUI CHE NON VUOLE CHE ALCUNO PERDA LA SUA ANIMA EGLI SI
PRESENTO’ UMILMENTE A NOI INSIEME COI SUOI CAVALIERI MENTRE CI TROVAVAMO A
SALERNO PER FARE AMMENDA DEL SUO FALLO.
PERCIO’ CONVOCAMMO UN CONCILIO DI VESCOVI, ABATI ED ALTRI FEDELI, TRA I
QUALI FURONO: GIOVANNI VESCOVO DI FRASCATI, CARDINALE ILDEBRANDO ARCIDIACONO
DELLA SANTA CHIESA ROMANA, AMBROGIO VESCOVO DI TERRACINA, BALDOVINO VESCOVO
DI MELFI, STEFANO VESCOVO DI TROJA, UGO ARCIVESCOVO DI OTRANTO, INGILBERTO
VESCOVO DI TUSCIA, GISULFO PRINCIPE DI SALERNO CON I SUOI FRATELLI GUIDO E
GIOVANNI, IL DUCA ROBERTO E SUO FRATELLO IL CONTE RUGGERO ED ALTRI
LONGOBARDI E NORMANNI IN GRAN NUMERO.
QUIVI IL NOMINATO GUGLIELMO de HAUTEVILLE E GIMONDO, FIGLIO DI GIMONDO,
DETTO DA MOLISE, SUO CAVALIERE, RIMISERO NELLE NOSTRE MANI IN NOME DELLA
FEDE DA ESSI DOVUTA A DIO ED A SAN PIETRO, LE EREDITA’ SPETTANTI ALLA CHIESA
DI SALERNO – VALE A DIRE LA CORTE DI SAN PIETRO DATARO E LA CORTE DI SAN
VITO DEL SELE, CHE SONO ADIACENTI AL DETTO FIUME, E LA CHIESA DI SAN MICHELE
ARCANGELO, CHE E’ SITUATA NELLA CRIPTA DEL COSì DETTO MONTE AUREO CON TUTTI
I VASSALLI E PERTINENZA (AL QUALE RIGUARDO IL MENZIONATO ARCIVESCOVO
PRESENTò MOLTI DOCUMENTI COMPROVANTI IL DIRITTO EREDITARIO DELLA SUA CHIESA,
PRONTO A CONFERMARLI CON GIURAMENTO), E IL CASTELLO DI OLEVANO CON TUTTI I
SUOI VASSALLI E PERTINENZE ED I POSSEDIMENTI DEL LAGO MAGGIORE CON TUTTO IL
LAGO E IL POSSEDIMENTO DI TUSCIANO E DI LAMA E DI RIVO ALTO E DI ASA E DI
PICENTONO E DI SALSANICO E DI FARINO E DI ANGUILLARO E DI PRATO, E TUTTI GLI
ALTRI BENI APPARTENENTI ALLA STESSA CATTEDRALE ED ALLE ALTRE CHIESE DI
SALERNO – DICHIARANDO DI RINUNCIARVI E DI CONSIDERARSI
MESSI AL BANDO DELLA CHIESA
SE PER L’AVVENIRE PENSASSERO AD IMPADRONIRSENE DOPO DI CIO', ALLA PRESENZA
DI TUTTI I PERSONAGGI SOPRA ENUMERATI, A GIUDIZIO DEI VESCOVI E COL PLAUSO
DEI LONGOBARDI E NORMANNI PRESENTI, RICONOSCEMMO E CONCEDEMMO ALLA CHIESA DI
SALERNO E PER ESSA A TE CONFRATELLO ALFANO, ARCIVESCOVO SALERNITANO, ED AI
TUOI SUCCESSORI I BENI E LE EREDITA' SOPRA DETTE E LE CONFERMIAMO IN
PERPETUO,
E D’ORA IN POI DICHIARIAMO
COLPITI DI ETERNO ANATEMA, SINCHE' VIVRAI TU ED I TUOI SUCCESSORI, I LORO USURPATORI, DEPREDATORI E
PERSECUTORI.
SE POI ALCUNO OSASSE AGIRE IN CONTRAVVENZIONE A QUESTO NOSTRO COMANDO O
PRESTARE IL SUO APPOGGIO A CHI LO VIOLASSE, SAPPIA CHE PER VOLONTA’ DI SAN
PIETRO, PRINCIPE DEGLI APOSTOLI, PERDERA’ IL REGNO DEI CIELI E SARA’ DANNATO
IN ETERNO CON GIUDA TRADITORE DI CRISTO. CHI INVECE OSSERVERA’ DEVOTAMENTE
LE NORME DI QUESTA CONCESSIONE E CONFERMA SIA BENEDETTO DALLA SANTA
TRINITA’, UNA ED INDIVISIBILE, E CON L’AIUTO DELLA BEATA MADRE DI DIO, MARIA,
E DEL BEATO MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA DI CUI HA ABBRACCIATO LA CAUSA
SI MERITERA’ DI PARTECIPARE AL REGNO DEI CIELI.
IO ALESSANDRO,
PER MISERICORDIA DEL SOLO VERO DIO, BENCHE’ INDEGNO, VESCOVO DI SANTA ED
APOSTOLICA CHIESA ROMANA, HO SOTTOSCRITTO LIBERAMENTE SU QUESTA PAGINA DELLA
COSTITUZIONE PER CONFERMANRE LA MEDESIMA.
IO GIOVANNI, VESCOVO DI FRASCATI, HO SOTTOSCRITTO PER ATTESTARE CHE FUI
PRESENTE.
IO, UGO, VESCOVO D’OTRANTO, HO SOTTOSCRITTO PER ATTESTARE CHE FUI PRESENTE.
IO AMBROGIO, VESCOVO DI TERRACINA, HO SOTTOSCRITTO PER ATTESTARE CHE FUI
PèRESENTE.
IO ILDEBRANDO, ARCIDIACOMO DELLA SANTA CHIESA ROMANA, HO SOTTOSCRITTO.
(cfr. JAFFE’, Regesta Pontificum, 2°edizione nr.4365)
E’ da ricordare che il sopraccitato documento ebbe notevole risonanza al
terribile monito nella Dinastia tutta del Casato in atto. Per questa ragione
pregiudiziale a qualsiasi rivendicazione futura la Famiglia Cilento de
Hauteville si astenne nelle rivendicazioni territoriali, al trono,
trincerandosi in quel rigoroso riserbo, proprio nei suoi discendenti e per
l’avvenire nella Terra propria del Cilento o Principato.
Giova tener presente la secolare protesta e la legale pregiudiziale sopra
accennata dei discendenti degli Hauteville, i quali sebbene sempre con mezzi
pacifici ed allorquando prestarono la loro cooperazione da FedericoII di
Svevia consanguineo all’ultimo Re di Savoia, non mancarono di dimostrare che
nei modi e nelle forme in cui si verificò la destituzione
essi non riconobbero mai il fatto compiuto,
e che pertanto, si consideravano e si considerano sempre legittimi
discendenti della REGIA DINASTIA NORMANNA, malgrado, l’esilio. Le vicende
politiche, esuli dalla patria in possesso di tutte le prerogative sovrane e
reali per DIRITTO DI SANGUE.
La Dinastia prosegue con:
RICCARDO del PRINCIPATO(+1112),
Conte del Principato e Signore del Cilento
Figlio di GUGLIELMO de HAUTEVILLE, Conte del Principato, sposò una sorella
di Tancredi Principe di Galilea. Crociato, insieme allo zio Boemondo ed al
cugino Tancredi, governò per conto di quest’ultimo la Contea di EDESSA in
Terra Santa. Morì in Antiochia, ebbe sepoltura in quel Principato nella
Chiesa Patriarcale di San Pietro Apostolo.
GIOVANNI RUGGERO del PRINCIPATO
(+1119),
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia,
Principe
di Galilea, Principe di Betlemme
Figlio di RICCARDO, Principe di Antiochia, sposò Odierna di Rethel,
Principessa Reale di Gerusalemme, sorella di Baldovino II, Re di
Gerusalemme. In seconde nozze sposò la Principessa Maria sorella del
Basileus di Costantinopoli, Emanuele Comneno.
Ne discese:
GIOVANNI de HAUTEVILLE,
Re Titolare di Sicilia
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Figlio di GIOVANNI RUGGERO del PRINCIPATO e di Odierna di Rethel Principessa
Reale di Gerusalemme.
Fu il LEGATO dell’Imperatore Federico II, come Vice Re a Gerusalemme nel
1228.
Riconosciuto legittimo discendente dei Normanni de Hauteville, Re di
Sicilia, per effetto del Diploma rilasciato dea Ruggero nell’anno 1132 ai
Familiari del medesimo. Da ciò i Diritti del Casato CILENTO (seu CILENTI, de
CILENTO) alla qualifica ereditaria di: de HAUTEVILLE quali discendenti
diretti della Dinastia Sovrana Normanna.
GIOVANNI ANTONIO detto il ROSSO del CILENTO
Re Titolare di Sicilia
(per
effetto del
Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Figlio di GIOVANNI del PRINCIPATO, confermato e riconosciuto consanguineo
della Dinastia Normanna di Sicilia per effetto del ricordato Diploma di Re
Ruggero del 1132. LEGATO dell’Imperatore FEDERICO II di SVEVIA, come Vice
Re, consanguineo della Dinastia Normanna di Sicilia e come tale con
eventuali diritti di successione al Trono per effetto della sopraccitata
Bolla.
Da GIOVANNI ANTONIO detto il ROSSO, hanno origine quelli adunque che, per la
ubicazione dei loro possessi si dissero “QUEI DEL CILENTO” in breve CILENTO
o CILENTI, e GIOVANNI ANTONIO il ROSSO detto dè CILENTO, figlio del
ricordato GIOVANNI, abbandonò il cognome “de HAUTEVILLE” per assumere come
già detto il cognome “CILENTO”. Da questo ramo Normanno della Dinastia, e
cioè da GUGLIELMO del PRINCIPATO al GIOVANNI il ROSSO detto del CILENTO, che
privato dal Trono per effetto della minaccia secolare (vedi trascrizione
della Bolla Pontificia di Alessandro II) discendono oggi, come abbiamo detto
i Rampolli de HAUTEVILLE (ALTAVILLA), generati da GIOVANNI ANTONIO.
Per sfuggire alle persecuzioni del Papa e degli Svevi, orientati contro i
discendenti della Dinastia Normanna, i Rampolli “del ROSSO” si stabilirono
nella zona denominata della Torre dell’antico Castello di Rocca d’Aspide,
loro roccaforte, nell’epoca dei Comuni e delle Signorie, la Famiglia CILENTO
trae quindi il proprio cognome dalla Regione omonima.
Questa in origine la Terra del Principato Longobardo di Salerno, secolo IX e
X, il Paese al di qua del fiume Alento (Cis Alentum) rispetto alla Capitale
del Principato medesimo, fu iscritta al Sedile di Montagna e nido di Napoli
in unione ai propri parenti di eguali origini, “i Caraccioli-Rubei” col
godimento di tutti gli onori anche per i propri discendenti come afferma il Franchi in una elaborata difesa del 1745, nonché il Francesco De
Petris.
Non comprendeva neppure la terza parte dell’attuale Regione e si può dire,
senza tema di smentita, che tale è ancora il CILENTO nell’uso schietto in
quello cioè che si fonda unicamente sulla tradizione perché mentre aldiquà
dell’Alento (cioè tra il bacino Alento e il Golfo di Salerno),oltre nove
Comuni invece, nessun luogo nel resto del Cilento porta questo nome.
Dalla Genealogia esibita e confortata della Bolla Papale risulta che dal
ricordato GIOVANNI ANTONIO il ROSSO si snoda la seguente discendenza sino ai
nostri giorni e, che abbandonando il cognome degli HAUTEVILLE assunsero come
già detto quello di CILENTO seu CILENTI o dè CILENTO.
(dalla
sentenza della Pretura di Roma, sez. VII, n. 23828/48-n.5143bis/48 del 10
settembre 1948)
Come dalla sopra citata sentenza risulta discendere di padre in figlio i
seguenti Principi della Dinastia Normanna di Sicilia:
NICOLA
(1275)
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Di padre in figlio:
TOMMASO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Gli successe:
FRANCESCO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Gli successe:
SAVERIO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Nobile di Sedile
Un ramo si trasferì nel Valfortore nel 1469
Gli successe:
ANDREA (ANDREOTTO)
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Figlio di Saverio, nel 1469 si trasferì nel Valfortore.
Famigliare di Ferdinando d’Aragona, viene ricordato per la partecipazione di
costui ad una partita di caccia nel Castello di Valfortore. In Foiano furono dai Cilento edificati molti palazzi, di questi, uno fu
detto del Camerlengo.
Gli successe:
GIOVANNI ANGELO
(1497)
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino nel 1566
Figlio di Andrea (Andreotto), fu creato Conte Palatino dal Pontefice Pio V,
la Bolla Istitutiva viene conservata nel Bollario dell’Archivio
Metropolitano di Benevento al volume V per gli annali 1538-1601.
Sposò Anna Muscettola (vedi
ramo
CILENTI di VALFORTORE)
PIETRO CILENTO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino
Figlio di Giovanni Angelo, Camerlengo di Foiano nel 1671, fondò molti
benefici, monti frumentari ed altre opere pie nonché il Palazzo detto del
Camerlengo nel 1643 (vedi Libro d’Oro della Nobiltà Italiana – Roma 1916- 19
pag.734).
Gli successe il fratello:
ALESSIO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino
Gli successe:
NICOLA
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino
RAMO CILENTO seu CILENTI o de CILENTO
GIOVANNI ANGELO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino nel 1566
sposò la Nobildonna Anna Muscettola
DOMENICO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
Morto in Foiano Valfortore il 19 maggio 1576, sposò Maria Calende.
Il nome Domenico viene trasmesso alternativamente ai discendenti del Casato
sino ai nostri giorni
ANTONIO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
Nato in Foiano Valfortore il 18 aprile 1614, sposò la Principessa Donna
Giulia Carafa. Il nome è trasmesso di frequente nei discendenti sino ai
nostri giorni.
GIOVANNI ANGELO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
Nato in Foiano Valfortore nell’ottobre 1663, sposò Anna Cilento
GIOVANNI
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
Nato il Foiano Valfortore il 6 dicembre 1702, sposò Maria Giuseppa Guerra da
Pesco
Gli successe:
SAVERIO
(1746)
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
Illustre Giureconsulto. Vice presidente dell’ Assemblea Romana del 1799.
Commendatore di Foiano. Sposato nel 1775 con Donna Maria Girolami.
Le tre sorelle del Principe Don SAVERIO CILENTO:
a) Donna
AGNESE sposò il Nobile Dottor Carmine Guerra e non ebbe discendenza;
b) Donna
CHIARA sposò il Governatore di Castelvetere Dottor Giuseppe Alterisio di
Somma e non ebbe discendenza;
c) Donna
GIULIA sposò Sua Altezza Serenissima Don Giovanni Battista Caracciolo dei
Principi di Santo Bono , non ebbe discendenza.
Il Principe Don SAVERIO ebbe inoltre quattro figli maschi di cui:
Il Primo
Don PIETRO (1782 –1837)
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
Tenuto al Sacro Fonte da Sua Eccellenza Gurtler, confessore di S.M. la
Regina Maria Carolina, primo figlio di Saverio, sposò nel 1802 nel Castello
di San Bartolomeo la Baronessa Donna Chiara Martini, ‘prima figlia del
Barone Liborio di San Giusto e di Donna Angelica dei Baroni Petruccelli che
vivevano in grande agiatezza, Maria, figlia di Don Pietro, sposò nel 1825 il
Senatore Raffaele Cassito dei Conti d’Ortenburg, Patrizio di Ravello, il
nome viene trasmesso di frequente nei suoi discendenti;
Da Dom Pietro nacquero:
Giovanni Angelo
(nato nel 1811, sposa nel 1840 la Nobile Giuseppina Ferrara ed ebbe quattro
figli, di cui: Francesco, Domenico, Pietro e Saverio
),
Maria
(nata nel 1807, sosa nel 1825 il Conte Raffaele Cassito d’Ortemburg,
Senatore del Regno, Patrizio di Ravello, Napoli),
Giulia
(nata nel 1818, sposa il Nobile Angelo Girolami, nipote di Sua Eccellenza
Domenico, presidente della Suprema Corte, Napoli) e
Luca
(nato nel 1815, sposa la Nobile Emanuela Girolami da cui Alfonso)
Il Primogenito di Don Pietro:
GIOVANNI ANGELO
(1811- 1863)
Re Titolare di Sicilia
(per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
sposò la Nobile Maria Giuseppina Ferrara nel 1840 ed ebbe quattro figli di
cui: Saverio, Francesco, Domenico e Pietro.
1)
SAVERIO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
nato in Foiano Valfortore il 18 maggio 1846, morto in Colle Sannito. Saverio
sposò nel 1874 la
Nobile Teresa Raimonda Barbieri, figlia del Dottor
Pasquale e di Donna Concezione Torsili
Pignatelli (Napoli) da cui nacque
l’11 gennaio 1889 GIOVANNI ANGELO;
2) FRANCESCO
sposò la Nobile Raffaela Lembo e non ebbe discendenza;
3)
DOMENICO,
sposò in prime nozze Donna Maria Lembo ed in seconde nozze Donna Nicoletta
Gabrielli da cui Maria.
4) PIETRO,
nato 1840 morì a Napoli 1882 non ebbe discendenza;
Il secondo
Don DOMENICO (1784- 1817)
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
secondo figlio di Don Saverio Tenuto al Sacro Fonte da Don Michele Callisto
economo della Chiesa Arcipretale del Santissimo Rosario in Foiano,madrina
Donna Luisa Cilenti, morì il 14 luglio 1817, munito dei santi sacramenti fu
sepolto nella Chiesa Arcipretale
Il terzo
Don
DOMENICO,
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
figlio naturale di Don Saverio, si trasferì nella Città di Paola, provincia
di Cosenza, in terra di Calabria. Detto Don Micuzzo e possessore del Sigillo
Aureo del Casato de Hauteville e del Sigillo Aureo dei Principi di Antiochia,
attualmente in dote nella Famiglia Calabria Cilento de Hauteville, a
conferma della avita discendenza di Don Saverio. Contrasse matrimonio con
Donna Marianna Cuscione (atto, dell’Ufficio di Registro del Comune di Paola,
n. 179 parte I ). Il citato Don Domenico è citato nella sentenza della
Pretura di Roma , sez. VII, n. 23828/48 – n. 51438bis/48 del 10 settembre
1948, che riconosce alla Famiglia Cilento (seu Cilenti) o dè Cilento, la
discendenza storica del Casato alla gloriosa dinastia Normanna di Sicilia e
precisamente degli Hauteville. Don Domenico figura in tale sentenza alla
pagina 27.
Fu sepolto nella Cappella di Famiglia dei Cilento nel Cimitero Monumentale
della Città di Paola.
Dal ricordato Don Domenico, figlio di Saverio,
discese
Don FRANCESCO
Re Titolare di Sicilia (per effetto del Diploma di Re Ruggero del 1132)
Conte del Principato, Signore del Cilento, Principe di Antiochia, Principe
di Galilea,
Principe di Betlemme, Principe di Gerusalemme
Conte Palatino dal 1566
Nato a Paola il giorno 13 agosto 1829, contrasse matrimonio con la Nobil
Donna Maria Albanese discendente della Dinastia Castriota di Skandemberg (Albania) detta Donna
Maria di Bellezza che dimorarono nell’avito Palazzo dei Cilento sito nel
Rione della Rocca (Rocchetta), ora di proprietà della Famiglia Calabria
Cilento de Hauteville. Donna Maria in via Formosa possedeva una piccola azienda con numerose operaie addette alla coltura del baco da seta. Altera
per le Sue antiche origini, sobria, si votò al Terzo Ordine dei Minimi di
San Francesco di Paola, donna filantropa e caritatevole verso gli umili che
trovavano nella Sua persona conforto ed aiuti assistenziali.
Furono sepolti nella Cappella di Famiglia Cilento nel Cimitero Monumentale
della Città di Paola. Dal loro matrimonio nacquero due figlie:
Sua Altezza Reale
Donna ASSUNTA
Titolare di tutte le Prerogative Regie e Dinastiche della Dinastia dei
Normanni di Sicilia
Terziaria Francescana dell’Ordine dei Minimi
di San Francesco di Paola
Primogenita di Don Francesco Cilento de Hauteville, nata a Paola il 23
febbraio 1882 e deceduta nella medesima cittadina il 23 febbraio 1972.
Contrasse matrimonio con
Don Umberto Alessandro Calabria Barone di Castrolibero
ed ebbe numerosa prole. Dimorò sino ai nostri giorni nell’avito Palazzo di
Vico San Giacomo. A testimonianza della Reale Discendenza Dinastica ed al
fine di tramandare le Secolari Tradizioni di Famiglia ebbe in possesso e
in dote il Sigillo Aureo del Casato de Hauteville ed il Sigillo Aureo dei
Principi di Antiochia, attualmente in dote nella Famiglia Calabria Cilento
de Hauteville, a riconferma della Reale discendenza di Don Saverio Cilento
de Hauteville, quale patrimonio storico, morale e consuetudinario nei Suoi
successori.
Donna MARIANNA,
secondogenita, nata a Paola il 26 giugno 1884, deceduta a Paola il 12 marzo
1967. Sposò il Cav. Vincenzo Gullo, ebbe una sola figlia di nome Alzira che
sposò il signor Giuseppe Gentile da cui discese il Cav. Francesco. Donna
Marianna fu persona umile e dedicò tutta la Sua esistenza al benessere della
Famiglia. Fu terziaria dell'Ordine di San Francesco.
Il ramo principale della Famiglia Cilento de Hauteville si è estinto nella
Casa Calabria con il matrimonio del ricordato
Don UMBERTO ALESSANDRO
CALABRIA Barone di Castrolibero,
nato a Paola il 1 agosto 1876 che
attualmente lo rappresenta quale patrimonio storico ed indivisibile nei suoi
discendenti
Il quarto
Dom GIOVANNI ANGELO (1785-1805)
Ramo Cadetto
di Seano di Vico Equense, quarto figlio di Don Saverio che non ebbe
discendenza.
Il nome di Domenico viene trasmesso ininterrottamente e alternativamente
nel Casato unitamente al nome Francesco sino ai nostri giorni a
perpetuarne la memoria storica nella Casa Cilento de Hauteville e nella
Casa Calabria Cilento de Hauteville
Nobile Famiglia che aveva possedimenti in Molinara ed era oriunda di
Firenze ove ebbe un Cardinale nella persona di Sua Eminenza
Reverendissima Raffaele Girolami ed un Presidente della Suprema Corte di
Re Vittorio Emanuele II.
La Famiglia Girolami si è estinta nella Casa Cilento o
Cilenti con il matrimonio avvenuto di Donna Emanuela con Don Luca
Cilento e di Don Ageno Girolami con Donna Giulia Cilento.
[3]
Un ramo
da cui discese SALVATORE, medico chirurgo etc., ……….omissis…… ,
in virtù della sentenza della Pretura di Roma, sez. VII, n.
23828/48-n.5143bis/48 del 10 settembre 1948 a pagina 36 così recita:
Essendo la Famiglia d’Altavilla (seu de Hauteville) di origine Reale ne
consegue che in base ai documenti di Famiglia, quivi esibiti ed
esaminati, questa Giustizia riconosce che ai discendenti ……… ……..omissis
……, competono quei diritti, onori, titoli e qualità a tale discendenza
sono connessi come il titolo di Principe Reale d’Altavilla (seu de
Hauteville), Principe di Antiochia, Principe di Taranto etc., nonché
Pretendente al Trono di Sicilia e di Napoli, Capo della Reale della
Augusta Casa d’Altavilla (seu de Hauteville), Erede della Dinastia
Normanna degli Altavilla e la qualifica di Altezza Reale, pagina 37 e
che pertanto in seguito alla rinuncia etc., omissis; alla stessa pagina
37 della suddetta sentenza così recita:
“TALI TITOLATURE,
QUALITA’, ONORE E TRATTAMENTI, SONO COMUNI A TUTTA LA GENS CILENTO SEU
CILENTI dé CILENTO CHE POSSONO, PERO’, PROVARE L’ATTACCO ALLA GENEALOGIA
IN ATTO. QUIVI ESAMINATA PERTANTO E’ VUOTA DI CONTENUTO L’ASSERZIONE O
IL DUBBIO A QUALE DEI CILENTO POSSONO ESSERE ATTRIBUITI I TITOLI DI CUI
SOPRA POICHE’ IN TEMA DI CASA EX SOVRANA I DISCENDENTI DI FAMIGLIE CHE
HANNO GIA’ REGNATO, LE TITOLATURE VANNO ESTESE ALL’INFINITO
PER MASCHI E FEMMINE” .
Al fine di ottenere il CAMBIAMENTO DEL COGNOME CILENTO in quello
di ALTAVILLA il ramo rappresentato dal Principe …omissis.…. ha chiesto ed
ottenuto il cambiamento del cognome abbandonando definitivamente quello
di CILENTO per assumere quello di: D’ALTAVILLA (SEU D’HAUTEVILLE).
Successivamente in altra
sentenza del Tribunale civile di Napoli, IV sezione del 30 novembre
1949,
a pagina 8 così recita:” Non è qui il caso di intrattenersi sulle
titolature tutte, spettanti indubbiamente ai Principi …omissis…., meglio
dette qualifiche, di Principe reale D’Altavilla (d’Hauteville) e di
Principe di Sangue Porfirogenito, Principe Reale di Sicilia e di Napoli,
Duca delle Puglie, Duca di Sicilia, Conte di Lecce, Duca di Capua,
Principe di Taranto, Principe di Bari etc. quale legittimo pretendente
al Trono di Napoli e di Sicilia, col trattamento di Altezza Reale ed
Erede e Capo della Augusta Dinastia Normanna di Sicilia, da cui
Guglielmo discendente del Re di Sicilia, che fu padre di Giovanni il
Rosso, capostipite dei Cilento, Principe Altavilla :
tali titolature, qualità, onori e trattamenti sono comuni a tutta la
Gens Cilento (seu Cilento de Cilento) siccome ad essi già riconosciuti.”
Come stabilito dalla
sopra detta Deliberazione, tale è la posizione araldica e giuridica
rivendicata dalla Dinastia di Sua Altezza Reale Donna Assunta Cilento de
Hauteville, figlia di Sua Altezza Reale il Principe Don Francesco, a sua
volta figlio di Sua Altezza Reale il Principe Don Domenico, figlio di
Sua Altezza Reale il Principe Don Saverio.
Inoltre nella sentenza
del Tribunale di Napoli del 26 luglio 1956 sottoscritta il 30 luglio
1956, Sua Altezza Reale il Principe ..omissis.. D’Altavilla (seu D’Hauteville)
chiede ed ottiene che il cognome del Cesare..omissis… d’Altavilla (seu
d’Hauteville) sia preceduto dal trattamento connesso e dalla qualifica
ereditaria di Principe Reale e resti integrata col predicato
“Sicilia-Napoli” in maniera che risulti “Sua Altezza Reale il Principe
Reale …omissis… d’Altavilla (seu d’Hauteville) Sicilia- Napoli.
Nel corso della
requisitoria si ribadisce che: ne consegue che il ricorrente
riconosciuto legittimo discendente del ramo superstite, è il Capo della
CASA NORMANNA D’ALTAVILLA - SICILIA - NAPOLI e pertanto a Lui spetta per
sé e per i successori, maschi e femmine all’infinito, nonché a
tutte quelle persone che possono provare di attaccarsi direttamente ,o a
ramo collaterali all’attuale Capo della Casa, spettando la titolarità di
pretenzione sovrana, tutte le qualifiche, prerogative, attributi e
trattamenti che gli competono, nonché tali titolature onori e pertinenze
vanno estese a tutte quelle persone che possono attaccarsi direttamente
od indirettamente alla dinastia in atto), da “La Real Casa
Normanna d’Altavilla (Seu d’Hauteville) Sicilia-Napoli, a cura di
Dr. Procuratore Carlo Maria Tiscornia, Esperto d’Araldica, settembre
1960
Dalla Deliberazione
sopraccitata si riconferma tale posizione araldica e giuridica
rivendicata e ribadita dalla Dinastia di Sua Altezza Reale Donna Assunta
Cilento de Hauteville, figlia di Sua Altezza Reale il Principe Don
Francesco , a sua volta figlio di Sua Altezza Reale il Principe Don
Domenico, figlio di Sua Altezza Reale il Principe Don Saverio.
Titolare
giuridico-araldico-nobiliario, di tale situazione di diritto e di fatto,
è attualmente Sua Altezza Imperiale e Reale il Principe Dom Antonio
Francesco Calabria Cilento de Hauteville discendente della Casa Reale
Normanna, Principe di Svevia e Capo di Nome e d’Armi della Imperiale e
Reale Casa di Svevia .
Tale circostanza sopra
descritta fu a suo tempo contestata dal Signor Cesare d’Altavilla (seu
d’Hauteville) Sicilia-Napoli a Sua Altezza il Principe Calabria Cilento
de Hauteville che ricorrendo presso l’Autorità giudiziaria gli intimava
di non usare i titoli reali, onori e pertinenze di Sua competenza.
Si trascrive la
lettera che definitivamente ha ristabilito la posizione giuridica nel
fatto e nel diritto, come dimostrasi dal documento inviato dallo Studio
Legale della Real Casa di Svevia.
Segue lettera:
Studio Legale
Avvocato Roberto
Vassalle
Patrocinante in
Cassazione
Mantova 17/12/1997
A Sua Altezza Reale
il Principe Antonio
Francesco
Calabria Cilento d’Hauteville
.....omissis....
37138 Verona
D’Altavilla seu
Hauteville Sicilia Napoli Cesare
Calabria Cilento d’Hauteville
Antonio Francesco
Caro Principe,
a seguito delle sentenze
del Tribunale di Verona e della Corte d’Appello di Venezia, riguardanti
i titoli reali onori e pertinenze, già favorevolmente pronunziate in Suo
favore, ho il piacere di comunicarLe che la Corte Suprema di Cassazione,
con sentenza del 7 marzo 1997, ha rigettato il ricorso della parte
avversa.
Congratulandomi vivamente
per questo ulteriore riconoscimento, invio a Lei e Famiglia i migliori
auguri per le imminenti festività.
Cordialmente
f.to
avv. Roberto Vassalle
[4]
Dalle pronuncie giudiziarie, che esamineremo, traggono conforto e
giustificazione da un’imponente documentazione storico-araldica che vale
a convincere non solo della discendenza del Principe Cilento de
Hauteville, ma anche della chiara e sicura coscienza che i Suoi Avi
ebbero attraverso i secoli delle loro Regali Origini. Tale chiarezza e
continuità che abbiamo esaminato brevemente – hanno grande importanza,
giacchè le continue distruzioni di monumenti e documenti storici ed anzi
di interi archivi, compiutasi nel corso dei secoli è particolarmente
durante l’ultima guerra mondiale, inducono sempre più ad attribuire un
serio valore probatorio alle tradizioni storiche, specie se raccolte in
antiche memorie e scritti da Autori fidedegni, che tali atti ed archivi,
oggi inaccessibili, potevano invece consultare.
E’ del resto tale principio fu in ogni tempo ammesso e ritenuto, proprio
per considerazioni analoghe a quelle su esposte.
Ascoltiamo dunque per prima una testimonianza di esemplare chiarezza e
proveniente dal Principe della Casa Normanna: il Nobile Saverio, Avo
dell’attuale Principe, in una memoria scritta nel 1866 ed indirizzata ai
suoi figli, tratta di documenti consultati nell’Archivio di Famiglia a
Foiano Val Fortore (provincia di Benevento), nonché nell’Archivio
Notarile di Benevento, alla Biblioteca Metropolitana e presso l’Archivio
segreto Vaticano, inizia il suo dire
rivendicando formalmente l’origine della Sua Famiglia dalla “Regia
Stirpe” degli D’Hauteville”
e ne indica con precisione lo Stipite in “GIOVANNI ANTONIO, detto il
ROSSO, Vice
RE, Legato di Federico II, Consanguineo della Dinastia Normanna di
Sicilia, come risulta da un Diploma di Ruggero I del 1132”.
A questa pacata ma sicura riaffermazione del proprio sangue regale,
seguono cenni sulle diverse generazioni degli Hauteville discesi da
Giovanni Antonio, vissuti per alcun tempo nel loro feudo del Cilento –
da cui trassero un soprannome, Cilenti, che si affiancò per secoli al
vero cognome della Casa – e dopo il XV secolo in Foiano Val Fortore,
sempre in alto e nobile Stato, ricchi di onori, di beni e di pubblica
considerazione.
Il Nobile Saverio descrive infine le Armi di Famigli – nelle quali
figura
la banda scaccata di rosso e d’argento degli Hauteville
- e cita l’altero motto avito “
servire nescit”
che è esso stesso una riaffermazione delle origini e dei diritti sovrani
della Casa.
Da “La Real Casa
Normanna d’Altavilla (Seu d’Hauteville) Sicilia-Napoli, a cura di
Dr. Procuratore Carlo Maria Tiscornia, Esperto d’Araldica, settembre
1960
[5]
Consanguinea di ENRICO, chirurgo e patriota italiano, nato a Palermo
1834, morì a Napoli 1889. Fu in Aspromonte accanto a Garibaldi e ne curò
la ferita (1862) continuando poi a essere il suo medico di fiducia.
Professore di clinica chirurgica a Palermo, istituì fra i primi una sala
operatoria antisettica.
Da una dichiarazione formale e verbale da parte del Dott.
Don Edgardo Gasdia medico chirurgo e studioso di antropologia in base
alla documentazione fotografica attestava che Donna Assunta Cilento de
Hauteville, per le sue fattezze, essendo signora di rara bellezza, alta,
dai capelli biondi ed occhi celesti, vedasi dati somatici, senza ombra
di dubbio i dati somatici corrispondevano alla Discendenza dei Normanni,
rifacendo risalire l’attento esame agli studi icononografici dell’antica
ava Costanza d’Hauteville, madre di Federico II, circostanza rarissima
per le donne del meridione d’Italia.
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